
Finto Consenso: Diciamo NO al modello “Pay or OK” che viola i nostri diritti digitali
La Rete per i Diritti Umani Digitali lancia la campagna Finto Consenso contro il modello “Pay or OK” – pratica sempre più diffusa che costringe gli utenti a scegliere tra pagare per un servizio o accettare il tracciamento e la raccolta indiscriminata dei propri dati personali.
L’iniziativa è pensata per raccogliere sottoscrizioni, formali e informali, da parte di associazioni che vogliono unirsi nel contestare il modello “Pay or OK” all’interno della consultazione pubblica aperta dal Garante Privacy (termine: 9 luglio 2025).
Cos’è il modello “Pay or OK”?
Molti siti web, compresi quelli di alcune grandi testate d’informazione italiane, ormai impongono all’utente una scelta per poter accedere ai contenuti: o si paga un abbonamento, oppure si acconsente ad essere tracciati da decine, a volte centinaia, di aziende pubblicitarie. Per quanto possa sembrare una scelta semplice, si tratta di vera e propria estorsione del consenso, senza trasparenza e senza possibilità reale di rifiuto.
Perché è un problema?
Il GDPR, il Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati, richiede infatti che il consenso sia libero, specifico e informato. Il modello “Pay or OK” viola proprio questi principi, trasformando il consenso in una condizione obbligata per l’accesso al contenuto/servizio. La maggior parte delle terze parti coinvolte, poi, sono data broker o reti pubblicitarie che spesso ignorano le richieste degli utenti di accesso, opposizione o cancellazione dei dati, rendendo impossibile esercitare i propri diritti.
Cosa possiamo fare?
Finto Consenso è aperta a tutte le associazioni che hanno cuore la tutela dei diritti umani nello spazio digitale. Noi organizzazioni della Rete abbiamo redatto una lettera indirizzata all’autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP), chiedendo di riconoscere formalmente l’incompatibilità del modello “Pay or OK” con il GDPR.
Se vuoi entrare a far parte della squadra, o conosci un’associazione interessata, basta sottoscrivere la lettera tramite il modulo apposito sul sito e supportare questa campagna entro il 9 luglio. La tua firma non è solo un gesto individuale, ma un modo per far sentire una comunità che rifiuta il consenso estorto e chiede tutele reali per la privacy digitale.