“I come today as victim of family vlogging”
Traduzione IT -> “Sono qui oggi come vittima del family vlogging”.
Questa affermazione è stata pronunciata nei giorni scorsi da Shari Franke figlia di Ruby Franke – nota youtuber mormona che nel 2015 ha aperto il canale 8 passenger insieme al marito. Nel 2023 la vlogger è stata arrestata con l’accusa di abusi nei confronti di due dei 6 figli con la complicità della terapeuta Jodi Hildebrandt.
Ma partiamo dall’inizio: il termine family vlogging si riferisce ad un particolare caso di sharenting ossia alla tendenza da parte di madri/padri o altre figure familiari di postare video della propria vita familiare su Youtube. L’intento spesso è quello di raccontare a familiari o amici come si sta vivendo la propria vita o’ come nel caso delle famiglie mormone, far vedere delle modalità alternative di vivere ed educare i figli. Dal 2015 la youtuber ha condiviso dentro e fuori la propria casa la quotidianità della propria famiglia tuttavia, fin dall’inizio, non sono mancate forti polemiche per la presenza di comportamenti violenti e punizioni estreme da parte dei genitori nei confronti dei sei figli. La polizia e i servizi sociali non hanno mai dato seguito alle richieste di controlli e segnalazioni dei vicini e della figlia maggiore Shari Franke, datate già nel 2022, per “mancanza di prove”. Tutto ciò ha portato soltanto a una peggiore condizione dei figli minori, fin quando uno dei sei è riuscito a scappare e far arrestare la madre e la terapeuta Jodi Hildebrandt.
Il caso della famiglia di 8 passenger è esemplificativo di due importanti tematiche:
– la prima è la spettacolarizzazione della violenza che, come sappiamo, è un grande trend per portare audience e visualizzazioni e quindi sponsorizzate nei canali social. La spettacolarizzazione fa parte delle strategie sensazionalistiche per trattenere l’attenzione online. In presenza di milioni di contenuti online si cerca di tenere alta la concentrazione degli utenti solo sui propri canali utilizzando temi o foto/video sensazionalistici.
– la seconda tematica è inerenta alla sovraesposizione dei figli online, con costanti violazioni della loro privacy e della tutela della loro immagine per fini commerciali. Shari Franke, infatti, ci racconta della propria esperienza di influencer marketing e baby influencer “Per esempio, ci ricompensavano con 100 euro o dello shopping se avessimo filmato in momento particolarmente imbarazzante o emozionante nella nostra vita […] Quando i bambini diventano star all’interno di contenuti pubblicati dalla propria famiglia diventano bambini influencer. È qualcosa di più del solo atto di filmare la tua famiglia e postarlo online. È un lavoro full-time con dipendenti, carte di credito, managers e strategie di marketing. La differenza tra il family vlogging e un’attività normale, è che in questo caso sono i bambini a essere i dipendenti”
E su questo filone viene quindi spontaneo sottolineare la mancanza di tutela del coinvolgimento dei minori sui social, la stessa Shari Franke nel suo discorso si chiede “Come si determina la quantità di soldi che un bambino dovrebbe guadagnare per apparire in un contenuto di famiglia? Qualsiasi pagamento che avviene è in nero, senza traccia cartacea. A che prezzo vale la vostra infanzia?” Differentemente da tv, cinema e radio, l’influencer marketing moderno non ha delle vere tutele o delle leggi nazionali per tutelare i minori, in particolare su temi quali: limite di orari, frequenza scolastica, supporto psicologico e ricavi economici.