AI ACT a rischio, la colpa è anche del governo italiano
In questi giorni le istituzioni europee si apprestano ad approvare una storica normativa sull’Intelligenza Artificiale, e la posizione assunta dal governo italiano ci delude e ci indigna.
Ancora una volta, le richieste della società civile e di esperte ed esperti vengono ignorate, così come quelle del Parlamento e della Commissione europea. Accodandosi a Francia e Germania, l’Italia propone di non regolamentare i modelli di fondazione dell’IA, chiedendo un enorme passo indietro rispetto agli sforzi fatti finora. Le potenzialità e implicazioni dell’IA generativa sulla società, i diritti fondamentali e la democrazia richiedono uno sforzo normativo serio e coraggioso e non possono essere lasciate alla buona volontà delle aziende tech, dove si accentra il potere di mercato.
Perché, poi, l’Italia dovrebbe appiattirsi sul posizionamento di Germania e Francia, che si preoccupano di proteggere gli interessi nazionali e delle loro grandi industrie di settore?
L’Italia, ricca di realtà open source, dovrebbe casomai tutelarle proponendo un modello di sviluppo tecnologico sostenibile, etico e democratico. Abbiamo inviato questa lettera (scaricala qui sotto) agli esponenti del Governo e Parlamento italiano, nonché della Rappresentanza Permanente dell’Italia presso l’Unione Europea, che possono influenzare l’attuale posizione contraria alla regolamentazione dei foundation models assunta dal nostro Governo presso il Consiglio dell’Unione Europea.
Ai nostri rappresentanti politici, chiediamo di attivarsi concretamente in queste ore affinché il nostro Paese non sia complice nel commettere questo errore. Inoltre, abbiamo contattato tutto il network italiano dell’Intelligenza artificiale: professoresse e professori universitari, associazioni di categoria, e diversi rappresentanti di interessi perché collaborino con noi alla diffusione di questa notizia al fine di aumentare la consapevolezza di cittadine e cittadini.