Signal è un’app di messagistica sviluppata da Signal, un’organizzazione non-profit che fa della privacy il suo cavallo di battaglia.
Signal è l’app di messagistica che fa della riservatezza e sicurezza delle comunicazioni la sua forza.
La principale funzionalità di Signal è la crittografia end-to-end delle comunicazioni (e perfino degli stickers!). Questo significa che nessuno può decifrare e leggere le comunicazioni tra due persone che usano Signal, perché le chiavi crittografiche sono conservate in locale, nei rispettivi dispositivi. Ma non solo: perfino i metadati (le informazioni necessarie a inviare le comunicazioni, come la busta delle lettere) sono crittografati. Questo significa che davvero nessuno può capire il contenuto delle comunicazioni.
Signal racchiude in sè tutte le principali funzionalità di qualsiasi altra app di messagistica: chat, messaggi vocali, gruppi, condivisione di files e immagini. L’app può essere usata anche come modalità preferita per ricevere SMS e MMS. Attenzione però, gli SMS non saranno crittografati.
L’installazione richiede pochi minuti ed è possibile iniziare a chattare fin da subito. L’unica pecca è che, come per WhatsApp o Telegram, è necessario fornire il proprio numero di telefono a Signal e a terze parti usate per inviare SMS per la registrazione del servizio. Questo significa che Signal, pur tutelando la riservatezza e sicurezza delle comunicazioni, non garantisce anonimato.
È possibile acquisire la lista contatti dal telefono, per visualizzare immediatamente le persone che possono essere contattate tramite Signal. Anche in questo caso la lista viene acquisita in modo cifrato. Queste informazioni non sono comunicate a terzi.
Signal è una non-profit che finanzia le proprie attività esclusivamente attraverso donazioni da parte degli utenti.
Signal ha sede negli Stati Uniti, e utilizza un’infrastruttura centralizzata Cloud. Questo significa che anche Signal soffre potenzialmente delle stesse problematiche di altri servizi simili, come essere soggetto alle leggi statunitensi sulla sorveglianza elettronica (CLOUD Act, FISA-702, e così via).
Signal è un servizio di nicchia che sta guadagnando sempre più campo grazie all’assoluta tutela per la privacy delle comunicazioni. È il servizio usato da Edward Snowden per parlare con i giornalisti con cui ha condiviso i dati trafugati dalla NSA americana.
Il principale problema è la sua (ancora) scarsa diffusione e la mancanza di funzionalità più “social”.
Signal è completamente orientato alla privacy dell’utente. I suoi punti di forza sono la crittografia end-to-end di tutte le comunicazioni e dati che transitano sui loro server e la totale assenza di tracker o advertising.
Signal è comunque un’organizzazione soggetta alla normativa statunitense, e questo potrebbe presentare alcuni problemi, anche se molti dei rischi sono mitigati dalle misure di sicurezza e dal fatto di essere un’organizzazione non profit.
È la scelta ideale per chi vuole assoluta sicurezza e riservatezza delle comunicazioni.
Telegram oggi è il principale competitor di WhatsApp. Conta più di 500 milioni di utenti attivi e funzionalità che permettono di comunicare facilmente con moltissime persone.
Telegram è un’app di messagistica molto incentrata sull’esperienza utente. A volte, ricorda più un social network che un’app di messagistica.
Con Telegram è possibile chattare, inviare file, immagini, video e audio. Non c’è purtroppo la possibilità di videocall. In compenso, è possibile creare gruppi fino a 200.000 persone, canali broadcast aperti (ottimi per creare newsfeed e canali informativi) e molte altre funzionalità assenti nelle altre app di messagistica, come sondaggi in tempo reale, quiz, programmazione dei messaggi, e hashtags.
Per i più capaci è anche possibile sviluppare bot automatizzati, per implementare tantissime funzionalità in grado di trasformare i gruppi di Telegram in ben più che una semplice chat.
Le chat private e di gruppo sono crittografate server-client. Questo significa che Telegram, a differenza di Signal e WhatsApp, è in possesso delle chiavi per decifrare i messaggi. Tuttavia, Telegram da anche la possibilità di creare delle chat segrete, che utilizzano invece protocollo di crittografia end-to-end. Le chat segrete non possono essere decifrate da nessuno, perché le chiavi sono conservate in locale, sui dispositivi dei partecipanti.
Anche per Telegram, come WhatsApp e Signal, è necessario usare il numero di telefono per la registrazione. Tuttavia, l’app offre la possibilità di scegliere di non condividere il proprio numero di telefono con le persone con cui si chatta, che visualizzeranno solo il nome scelto.
Anche Telegram, come WhatsApp, offre un servizio web, per chattare anche da PC desktop.
Telegram è gratuito, e finora è stato supportato economicamente dall’imprenditore russo Pavel Durov, fondatore di Telegram LLC.
Nel 2021 saranno introdotte alcune attività di advertising per iniziare a finanziare i costi di Telegram, che ormai conta più di 500 milioni di utenti.
Telegram offre un servizio Cloud centralizzato (ad eccezione delle chat segrete). La sede legale di Telegram LLC è a Dubai.
Al contrario di WhatsApp e Signal, Telegram LLC non è quindi direttamente soggetta alla normativa statunitense.
Pensiamo che Telegram possa essere una delle migliori alternative a WhatsApp. È la soluzione ideale per chi vuole trovare il giusto compromesso tra privacy ed esperienza utente, e per ogni organizzazione che abbia bisogno di qualche funzione in più rispetto alla semplice chat.
La principale pecca di Telegram è che le chat e gruppi non sono dotati di crittografia end-to-end, ma server-client. Questo significa che la riservatezza delle comunicazioni dipende in tutto da Telegram LLC, e che le comunicazioni sono potenzialmente accessibili ad ogni autorità governativa che sia in grado di obbligare Telegram a fornire le chiavi.
Per i più esigenti, è comunque possibile usare le chat segrete e ottenere il massimo livello di riservatezza con la crittografia end-to-end.
Ci fa storcere il naso la volontà di introdurre advertising dal 2021, ma era inevitabile: sostenere più di 500 milioni di utenti senza alcuna forma di finanziamento non è possibile.
Nonostante questo pensiamo che Telegram sia una buona scelta per la maggior parte delle persone che cercano un software alternativo a WhatsApp con un’ottima user experience e tante funzionalità uniche nel suo genere.
Element è un’applicazione che sfrutta una rete decentralizzata (Matrix) per fornire comunicazioni sicure.
La principale caratteristica di Element è la sua natura decentralizzata. Chiunque può decidere di hostare il proprio server e contribuire alla rete. Questo lo rende particolarmente resistente a ingerenze governative e tentativi di censura. Questa natura decentralizzata è anche però il suo tallone d’achille, perché richiede di fidarsi dei singoli soggetti che hostano il servizio.
La registrazione su Element non richiede numero di telefono, ma un semplice username che viene usato per creare l’ID utente. È possibile anche registrare un indirizzo email, per attivare alcune funzionalità come il ripristino password.
Element si basa su protocollo Matrix, open-source e disponibile a tutti. È anche la scelta di alcuni governi europei per proteggere le comunicazioni militari.
Le comunicazioni sono sempre crittografate end-to-end, che significa che le chiavi per decifrare e leggere le chat sono conservate nei singoli dispositivi delle persone. Element support anche le videocall e il trasferimento di files, immagini e video.
Attraverso la funzione di “bridge” è possibile comunicare con utenti che usano altri servizi di messagistica, come Telegram, IRC, Slack o Jitsi.
Element è gratuito, anche se sono disponibili dei piani tariffari “business”, con alcune funzionalità specifiche per le aziende (come server dedicati, bots per la moderazione, branding, ecc.).
Element fa parte dell’ecosistema Matrix, una rete aperta e decentralizzata. Questo significa che chiunque può hostare il proprio nodo e contribuire all’espansione della rete.
Element è un software che garantisce ampia libertà d’azione e personalizzazione per chi vuole hostare un suo server. La libertà che offre Element arriva anche fino a poter scegliere quali nodi utilizzare tra quelli pubblici disponibili, in modo da sapere esattamente dove transitano i propri dati in ogni momento.
Molto utile la funzionalità di bridge, che permette di chattare anche con utenti che usano altre piattaforme, come Telegram o Jitsi.
Element sembra tuttavia più utile come strumento di collaborazione per organizzazioni e aziende, proprio per la sua natura decentralizzata e altamente personalizzabile. Per l’utente medio che non ha particolari esigenze o capacità tecniche, non ci sembra la miglior scelta.
Jitsi meeting è un servizio di videochat e videoconferenza privacy friendly e open-source.
Jitsi fa semplicemente quello che propone di fare: offrire un servizio di videoconferenza che con tutte le principali funzioni che ci si aspetterebbero. E’ possibile scegliere la password per la riunione, silenziare o bloccare partecipanti, alzare la mano, condividere lo schermo e così via. Purtroppo, perchè Jitsi funzioni al meglio è necessario avere una connessione stabile e abbastanza potente.
Si tratta di un servizio totalmente open-source, e questo rappresenta uno dei principali vantaggi perchè è trasparente e tutti sanno cosa succede alle informazioni che girano su Jitsi. Le conversazioni purtroppo sono cifrate E2EE solo nelle chat tra due persone.
Inoltre, chiunque può hostare su un proprio server una versione di Jitsi per ottenere la massima riservatezza o appoggiarsi ad una dei tanti server disponibili su internet da parte di associazioni o volontari.
Avvalendosi di questi servizi è possibile ottenere un servizio di maggiore qualità, anche se, dobbiamo ammetterlo, raggiungere la stabilità di servizi come Zoom è davvero complesso. Qui è possibile trovare un elenco (ufficioso) delle istanze sparse in tutto il mondo. Se cercate qualcosa Made in Italy vi consigliamo l’iniziativa di Autistici/Inventati e quella di Iorestoacasa.
Vi consigliamo di usare sempre un server alternativo: quello messi a disposizione da Jitsi sono negli USA. Al tempo stesso, cercate sempre di sapere chi hosta il server che state utilizzando: è un sistema che si basa sulla fiducia.
Il servizio è totalmente gratuito e anche i server che lo ospitano. Solitamente, chi hosta un server di questo tipo lo fa per spirito di condivisione e collaborazione, e non vuole nulla in cambio.
Per quanto riguarda la società, questa si finanzia tramite 8×8, una società che offre un servizio di videoconferenza e messaggistica per aziende a pagamento. 8×8 finanzia Jitsi senza scopo di lucro.
I server principali hanno sede negli USA. Ma è possibile connettersi a server collocati in tutto il mondo.
Il servizio è di alto livello per quello riguarda la protezione dei dati personali.
Perde alcuni punti perché l’esperienza utente non è sempre ottimale, soprattutto quando ci si aggira intorno ai 10/15 utenti connessi. Il nostro consiglio è di usare comunque Jitsi per piccole riunioni tra amici ed evitare Google Meet, Teams e Skype.