Stati Uniti e Tik Tok – Chi dei due è più pericoloso?
C’è una cosa che mi ha sempre fatto specie: gli Stati Uniti si ergono, ormai da molti anni, a paladini della pace mondiale.
Guerre preventive, indagini per scoprire ricerche su energia atomica da parte di altri paesi, lotta mediatica contro chiunque possa avere armi di distruzione di massa.
In tutto questo, ha avuto sicuramente un enorme impatto il “brand” che gli U.S.A. sono riusciti a creare attorno all’ american way. Film, fumetti, serie TV… Quante volte abbiamo visto gli USA salvare l’universo?
Eppure ci dimentichiamo che gli Stati Uniti, ad oggi, sono l’unica potenza ad aver effettivamente utilizzato la bomba atomica. Come possiamo fidarci di loro? Come possiamo considerarli i protettori del pianeta se loro per primi hanno usato l’arma più devastante di tutte?
Chi controlla il controllore?
Queste sono domande importanti da farsi perché non riguardano solo la corsa agli armamenti. Riguardano tutti gli ambiti della società.
In tale contesto si inserisce anche la guerra degli USA contro Tik Tok.
“Tik Tok è il social più pericoloso del mondo” questo ci dicono i media. Ma è davvero così?
Quale sarebbe la fonte? Chi è che si sta accanendo contro Tik Tok?
Trump è in prima linea in questa guerra.
Il motivo? Il governo cinese può accedere ai database di Tik Tok e conoscere tutto dei loro utenti.
Siamo a favore di questa cosa? Assolutamente no.
Però non possiamo non sottolineare l’ironia amara insita nel fatto che il primo a lamentarsi di questa cosa è proprio il presidente degli Stati Uniti, i quali, come noto, sono stati accusati da Edward Snowden, attraverso numerosi documenti ufficiali della National Security Agency di aver attuato programmi di sorveglianza di massa, anche contro gli stessi cittadini americani.
Perché nessuno si scandalizza del fatto che Snowden ha svelato che gli USA spiano praticamente i cittadini di tutto il mondo?
Non solo, di recente la non adeguatezza del sistema USA, quanto a protezione dei dati, è stata ribadita anche dalla Corte di Giustizia UE che ha di fatto vietato l’invio di dati in USA invalidando il c.d. “Privacy Shield”. Ne avete sentito parlare al TG? Ovviamente no.
Da ultimo, non possiamo non citare lo scandalo Cambridge Analytica in cui è stata coinvolta Facebook. Non TikTok. Non la Cina. FACEBOOK.
Come fanno gli USA a giudicare e condannare un altro paese se per primi si sono macchiati di tali condotte?
E allora il punto, a parere di chi scrive, non è capire se sono più simpatici gli USA o la Cina.
Il punto è che bisogna prendere coscienza della realtà dei fatti: viviamo in un mondo dove la SORVEGLIANZA DI MASSA è una realtà.
E’ una cosa che ci fa piacere? Sicuramente no. Però è una realtà.
Risulta quindi ridicolo accanirsi su un social network o su una nazione piuttosto che un’altra.
Vogliamo contrastare questo trend? Allora dobbiamo chiudere i nostri profili social o, comunque, dobbiamo utilizzarli in modo consapevole, caricando lo stretto indispensabile.
E’ sicuramente appagante prendere numerosi like per una foto in cui mostri il bellissimo hotel dove sei stato in vacanza con il tuo bambino. Ma questo peccato di vanità permette a tutti di entrare nella tua vita privata.
Chiaro, poi ognuno è libero di fare le scelte che preferisce.
Però è necessario che si acquisisca la consapevolezza delle proprie azioni.
Perché nella guerra social, il principale problema non è Facebook, non è Tik Tok. Non è l’America o la Cina.
Il principale problema sei TU.
Autore: Diego Dimalta